Photo editing, a set on Flickr.
La mia prima esperienza post-laurea: fotoritoccatrice presso uno studio fotografico che lavorava per moda e pubblicità, uno stage/lavoro che mi ha permesso di conoscere in maniera quasi completa photoshop (motivo per cui raccomando di più uno stage serio piuttosto che un costosissimo corso di specializzazione in qualche blasonata scuola di design) ma, soprattutto, di vedere con occhio più critico le bellissime donne della carta stampata.
Potremmo aprire un eterno dibattito: è giusto o no ritoccare delle foto? Far sembrare più magre o più donne che già belle lo sono? Rendere esteticamente più appetibili le persone, nascondendone i difetti?
Dal mio punto di vista, né si, né no.
La pubblicità d'altronde serve a far vendere. E cosa si vende? Cosa più ci aggrada. E cosa ci convince a scegliere una cosa piuttosto che l'altra?
Semplice: la bellezza. Ma non intendiamola solo sulle modelle.. pensate anche a gioielli scintillanti, mobili privi di macchie e difetti, ombre e sfumature perfette. Che vi piaccia o no di natura tendiamo sempre al meglio, a quello che ci pare perfetto.. e questo si riflette pienamente sulle pagine dei giornali perché -come ci insegna la semiotica- prima ancora di innamorarvi di QUEL vestito vi innamorate di come quel bel vestito cade su quella bella donna; solo successivamente, dopo aver fatto le opportune prove in un negozio, vi renderete conto se vi siete fatti ingannare (quante volte vi è capitato infatti di constatare che sul manichino o nelle pubblicità "sembrava tutt'altro"?)
Non posso quindi demonizzare i meccanismi pubblicitari. Almeno entro certi limiti.
Per esempio non è accettabile rendere androgine le forme femminili o esasperare lo smagrimento fino a violare la normale anatomia umana. Non è soprattutto accettabile che le persone CREDANO che quello che si vede nei servizi di Cosmopolitan & co. sia la verità.
A tal proposito: una volta mi trovavo dal mio medico e questi, a fine visita, mi chiese che lavoro facessi. Ero quasi pronta a sentire la solita trafila di domande: "ah ma allora anche le modelle sono grasse", "ma quindi è tutto finto", "ma davvero sono così magre?"; invece lui mi chiese di parlare con sua figlia, adolescente, e di farle vedere che quelle donne (che cercava disperatamente di imitare non mangiando e torturandosi psicologicamente) non erano così nella realtà.
Ci ho impiegato un po' di anni, e non saprei nemmeno come rintracciarla.. ma spero che legga e veda, assieme a tante altre ragazzine, questo post.